Ho sempre amato le piante da interno e anche quelle nei giardini (caratteristica che credo di aver ereditato in parte da piper-madre* – che infatti ha il solotto e il terrazzo pieno di piante – e in parte dalle mie prozie, per le quali il giardino della casa di famiglia in Liguria era pressoché un luogo sacro), ma è solo da quando viviamo nella casa nuova (poco più di un anno) che questa mia passione ha avuto modo di esprimersi liberamente (assumendo i contorni di una fissazione).
*In effetti il balcone di casa dei miei è riconoscibile a colpo d’occhio anche senza contare i piani del palazzo, perché è in assoluto quello più pieno di piante. Mi ricorda (molto molto in piccolo ovviamente) quell’hotel pazzesco a Singapore che si chiama Park Royal on Pickering e fa impallidire qualsiasi altra cosa al mondo cerchi di farsi chiamare “giardino verticale”. (Per far capire di cosa sto parlando, metto qui sotto una piccola galleria di foto prese da instagram)
Ora che ho molto più spazio in casa e anche un giardino grande, mi sono potuta sbizzarrire ben oltre la manciata di piantine che avevo nell’appartamento vecchio (una monstera, un paio di succulente e un gruppetto di orchidee bianche). Oggi però voglio concentrarmi sulle piante da interno, magari il discorso giardino lo affrontiamo in un altro post. Il processo di scelta di quali piante mettere in casa avvenuto nell’ultimo anno, è stato anche un processo di conoscenza: di me stessa (quali tipologie mi piacciono e perché, quanto sono disposta ad impegnarmi per curare le mie piante e la mia casa, ecc…) e del magico mondo delle piante da interno, molto variegato e popolato da organismi viventi che – se accuditi nel modo giusto – danno molte soddisfazioni. Nell’ultimo anno, quindi, ho imparato molto sulla cura delle piante; ad onor del vero, però, va detto che ho iniziato dopo un po’ a documentarmi seriamente. All’inizio il mio approccio era molto più spontaneo e casuale – approccio che però è costato la vita a ben due delle mie amate piante, fatto che mi ha spinto a fare le cose con un po’ più di cognizione di causa. Dopo essermi informata, ho capito quali errori avevo fatto e che peccato sia stato, visto che sarebbe stato evitabilissimo.
Per condividere tutto quello che ho imparato fin qui sulle piante da interno, dividerò il post in due parti: consigli generali e cose che faccio io e che sembrano funzionare bene, a seguire una carrellata delle piante che ho (per ora), con foto e istruzioni precise su come prendersi cura di ciascuna.
CONSIGLI GENERALI
- al momento di adottare una nuova pianta, non basta sapere quanto spesso innaffiarla. E’ necessario informarsi bene su tre aspetti principali: luce, terreno, acqua. Ovvero: dove posizionarla, che terreno usare quando la si deve rinvasare e come innaffiarla. Sono tutti e tre aspetti ugualmente importanti per il benessere di una pianta.
- Non state troppo addosso alle vostre piante da interno: una volta che le avete posizionate nel posto giusto e sapete quanto spesso innaffiarle, lasciatele in pace. Non dimenticatevele, ovviamente, ma non state continuamente loro addosso con spruzzini, rinvasi, concimi, forbici e quant’altro. L’eccesso di cura può uccidere le piante tanto quanto la sua totale assenza. Una volta che sapete (ed eseguite) le cure di base, lasciate che vivano la loro vita, lasciatele in pace. (Le foglie secche, però, vanno tolte in modo che la pianta cresca meglio)
- Se, come me (come vedrete sotto), possedete prevalentemente piante tropicali, tenete presente che al di là di alcune differenze, in genere sono tutte piante che non vogliono stare ammollo in troppa acqua (quindi no ai ristangni nel vaso o sottovaso), ma amano un ambiente umido (quindi lontane dai caloriferi e sì alla bagnatura delle foglie). Io quindi, dopo aver provato diverse cose, mi sono assestata sulla seguente tecnica:
- una volta alla settimana circa, ma prima controllo col dito che il terriccio nel vaso si stia effettivamente asciugando, le tolgo dal cachepot/ cestino in cui normalmente stanno e le metto (solo nel loro vaso di plastica, quello coi buchi sotto) nella doccia/ vasca da bagno/ lavandino della cucina (dipende dalla dimensione delle piante e in che zona della casa si trovano).
- Le innaffio bene, passando anche sulle foglie così si lavano e fanno il pieno di umidità che serve loro per non seccare sui bordi, e faccio in modo che il terreno sia abbondantemente bagnato.
- Le lascio lì dove sono una decina di minuti, in modo che tutta l’acqua deflusica e, mentre il etrreno rimarrà bagnato per un po’, non rimangano però ristangi nel vaso.
- A questo punto tolgo l’eccesso d’acqua eventualmente rimasto sulle foglie con un panno umido (in modo che non si asciughino, ma non grondino nemmeno acqua) e poi le rimetto nel loro cachepot/ cestino (se il cestino non è dotato di plastica all’interno come questo qui per esempio, vi consiglio di mettere al suo interno un sottovaso: pur facendo defluire l’acqua nella doccia, un po’ di bagnato comunque rimane e i cestini si rovinerebbero).
- In genere per questo tipo di piante si consiglia di spruzzare le foglie con uno spruzzino ad acqua almeno una volta alla settimana, perché vogliono appunto un ambiente umido. La maggior parte delle mie piante, però, sta nei cestini e inoltre in casa ho il parquet. L’umidità mi rovinerebbe sia i cestini che il parquet, quindi io evito accuratamente di spruzzarle lì dove stanno. Per questo ho adottato il metodo di fare loro la doccia una volta alla settimana e devo dire che funziona benissimo. (Tranne che per la sansevieria, in questo caso assolutamente non bagnate le foglie)
- In molti vivai e siti internet specializzati (solitamente quelli che vendono anche prodotti), consigliano di concimare regolarmente. Io non lo faccio praticamente mai, mi sembra una cosa superflua, visto che le mie piante stanno benissimo anche così. In genere lo faccio solo se mi accorgo che stanno soffrendo e non sembra esserci ragione apparente.
- Qualsiasi cosa vogliate fare (potare una pianta, rinvasarla, ecc…), aspettate sempre la primavera. In inverno le piante sono in uno stato vegetativo e se disturbate, rischiano di soffrire.
LE MIE PIANTE
Tenete conto che molte delle piante da interno che ho io, stanno all’interno perché col clima di Amburgo in inverno all’esterno morirebbero. Molte, però, in Italia sono perfettamente in grado di vivere in giardino, soprattutto in regioni miti dal clima marino (es. Liguria) o nel centro-sud Italia. Detto questo, nulla vi vieta di tenerle in casa anche se vivete in quelle regioni, per esempio se non avete un giardino o se, come me, amate le piante anche in casa e non solo fuori. Se tenete alcune di queste piante in giardino, però, tenete conto che valgono regole diverse da quelle che vi do io qui.
Monstera Deliciosa
Origine: Messico/Guatemala
Luce: evitare la luce diretta del sole perché brucia le foglie, quindi è meglio non mettere la monstera davanti ad una finestra. La posizione ideale è in penombra. Attenzione, non al buio! L’ambiente deve essere luminoso, ma la posizione è meglio in penombra.
Acqua: innaffiare solo quando il terriccio è quasi asciutto, diciamo indicativamente ogni due settimane, ma dipende perché in estate o con i riscaldamenti sparati potrebbe asciugarsi più in fretta. Verificare ogni tanto che il terriccio sia ancora umido e se ci si accorge che si sta asciugando, si può innaffiare. Le foglie invece gradiscono l’umidità, quindi si possono spruzzare una volta alla settimana (io evito gli spruzzini) o passare con un panno bagnato, che le pulisce anche dalla polvere che a lungo andare le soffoca.
Attenzione perché la monstera ha bisogno di spazio, quindi se la strizzate tra altre piante o la legate troppo stretta a quei “tronchi” che vendono per farla crescere dritta, rischia di soffrire.
Calathea (Orbifolia, Makoyana, Freddy)
Origine: Sudamerica
Luce: l’ambiente deve essere luminoso, ma la posizione in penombra, lontano dai raggi diretti del sole. Sì, come la Monstera e anche la maggior parte delle piante tropicali, quindi vi dico già che troverete questa frase diverse volte: sono poche le piante di questa categoria che amano il sole sparato…
Acqua: va innaffiata regolarmente perché il terriccio deve rimanere costantemente umido, mai asciutto. Però attenzione perché i ristangi d’acqua nel sottovaso sono da evitare assolutamente perché altrimenti le radici marciscono. Il mio consiglio è di innaffiarle generosamente in un posto in cui l’acqua possa defluire (giardino, lavandino, doccia…) e di rimetterle nel vaso/cestino/cachet pot solo una volta defluita tutta l’acqua. Anche le foglie di queste piante amano l’umidità, quindi vanno bagnate una volta alla settimana con spruzzino o panno bagnato (o nella doccia come faccio io quando le innaffio) per evitare che i bordi si secchino.
Attenzione perché queste piante non amano le correnti d’aria, soprattutto fredda. Inoltre se delle foglie seccano, vanno eliminate subito tagliandole alla base. Un’altra ottima caratteristica delle calathee è che puliscono l’aria, quindi sono ottime da tenere in casa.
Se scegliete una calathea makoyana, non spaventatevi se la vedete muoversi: di giorno, infatti, sta bella aperta per prendere la luce, ma di sera si richiude, cosa tra l’altro che permette di ammirare la parte rossa delle foglie.
Sansevieria
Origine: Africa occidentale
Luce: ama gli ambienti molto luminosi, ma non i raggi diretti del sole. In questo caso non direi di metterla proprio in penombra, ma nemmeno sul davanzale di una finestra che prende luce tutto il giorno.
Acqua: la sansevieria va trattata come una pianta grassa. Non ama l’acqua né l’umido. Va innaffiata solo quando il terriccio è totalmente asciutto e anche in questo caso vanno evitati i ristagni nel vaso/sottovaso. Le foglie non vanno bagnate nè spruzzate, per togliere la polvere usate un panno asciutto.
Ficus Lyrata
Origine: Africa tropicale
Luce: l’esposizione in pieno sole garantisce una crescita ottimale, questa è la pianta giusta, quindi, da mettere sul davanzale di una finestra molto luminosa!
Acqua: va innaffiata di frequente, ma con poca acqua. L’equilibrio sta nel tenere il terriccio costantemente bagnato, ma senza ristagni.
In primavera è consigliata la cimatura del fusto (potarla in alto) per evitare che si incurvi e per stimolare l’emissione di nuovi piccoli rami.
Anthurium Andreanum
Origine: Sudamerica
Luce: penombra luminosa, mai sole diretto.
Acqua: innaffiare spesso: la terra non deve mai essere asciutta. Le foglie hanno bisogno di umidità e vanno pulite regolarmente. L’ideale è fargli docce periodiche e lasciare defluire tutta l’acqua prima di rimetterlo nel vaso. Se in estate fa davvero molto caldo, si può nebulizzare anche due volte al giorno.
Strelitzia (regina)
Origine: Africa
Luce: la luce è fondamentale per la strelitzia, che può essere posizionata anche in pieno sole.
Acqua: la strelitzia va innaffiata molto generosamente, ma tra un’innaffiatura e l’altra è necessario che il terreno si asciughi in superficie. Anche in questo caso no ai ristagni. Le foglie vanno bagnate di frequente (se ci sono fiori invece occhio perché non vanno assolutamente bagnati).
Questa pianta ama gli ambienti ben arieggiati, quindi aprite spesso le finestre, ma attenzione perché detesta invece le correnti d’aria che per lei possono essere pericolose. (Vista la paura delle correnti d’aria che ha, sospetto che mia madre sia una strelitzia…)
E’ buona norma rinvasarla ogni anno in primavera (in un vaso ogni volta un po’ più grande) fino ai 5 anni d’età. Dopo di che va lasciata in pace e, se avete scelto una strelitzia regina, potrebbe anche fare i fiori (quegli splendidi fiori chiamati uccelli del paradiso). La variante strelitzia nicolai invece non fa fiori, quindi scegliete in base alle vostre preferenze. (Io ho una strelitzia regina, che però ha circa un anno di età, infatti il fiore è di plastica. Era in dotazione con la pianta quando l’ho comprata e all’inizio avevo pensato di buttarlo perché odio i fiori di plastica, ma invece mi sono accorta che fa allegria e ho deciso di tenerlo) Questa è forse la mia preferita tra le mie piante da interno e se vivessi in un clima più caldo la metterei in giardino per farla diventare davvero gigante.
Dracaena
Origine: Madagascar
Luce: ama i luoghi molto luminosi, ma più di due ore al giorno di sole diretto possono nuocere.
Acqua: innaffiare solo quando il terriccio è asciutto. Meglio spesso con poca acqua che affogarla una volta ogni tanto.
Può essere rinvasata ogni due anni. (Non ho una foto perché mi sono dimenticata di scattarla – forse ho troppe piante – però la si può intravedere accanto alla kentia qui sotto)
Palma Kentia
Origine: Australia
Luce: cresce bene in ambienti molto luminosi, però va evitata l’esposizione diretta al sole che brucerebbe le foglie.
Acqua: innaffiare solo quando la superficie del terriccio è completamente asciutta. Bagnare spesso le foglie per mantenere l’umidità.
In primavera le fa bene stare un po’ all’aperto in un luogo ombreggiato con temperature sui 18°C-20°C. Secondo me le palme come piante da interno sono perfette per creare quella sensazione di vivere in un luogo di vacanza. Io infatti ne ho tre di tre diversi tipi.
Palma Areca
Origine: Malesia
Luce: ha bisogno di tanta luce, ma non va lasciata troppo a lungo nel sole diretto.
Acqua: il terreno deve restare costantemente umido, ma senza ristagni nel sottovaso. Innaffiare spesso con poca acqua. bagnare spesso le foglie.
Ha bisogno di aria, quindi arieggiare spesso l’ambiente, ma evitare correnti soprattutto fredde.
Palma Chamaedorea Elegans
Origine: Messico/Guatemala
Luce: la palma della fortuna (così viene solitamente chiamata) ama la luce ma non il sole diretto.
Acqua: il terriccio deve essere sempre appena appena umido. Innaffiare spesso con poca acqua ed evitare ristagni. bagnare anche le foglie.
Pulire regolarmente le foglie dalla polvere per farle respirare.
Oleandro
Origine: Asia / Mediterraneo
Luce: ama la luce e il sole durante tutto l’anno. Attenzione però che non prenda il sole da dietro i vetri che può fare da lente e bruciare le foglie. Meglio un po’ più lontano dalla finestra o all’aperto.
Acqua: innaffiare generosamente in modo da avere il terreno sempre leggermente umido.
L’oleandro necessita di ambienti sempre molto areati. Non è certo tra le più tipiche piante da interno, anzi in Italia, per esempio in Liguria, le strade e i giardini ne sono pieni. E’ effettivamente uno dei motivi per cui ne ho una in casa: pensare alla mia Liguria.
Hedera Wonder
Luce: necessita di buona illuminazione, poco sole diretto.
Acqua: l’edera va innaffiata regolarmente, lasciando che il terriccio si asciughi in superficie tra un’innaffiatura e l’altra. Se l’ambiente è molto caldo o secco si può nebulizzare la chioma o, ancora meglio, farle una doccia che pulisce anche le foglie.
E’ una pianta molto diffusa ovunque ci sia un clima temperato e necessita di poche cure. Tra l’altro va bene come piante da interno o da esterno, perché molte varianti resistono anche al gelo. Se, come me, volete metterla su uno scaffale un po’ in alto per godere della cascata di foglie, tenete conto che prenderà più polvere e andrà pulita un pochino più spesso.
Concludo con una specificazione importantissima. Questo è quello che ho imparato io sulla mie piante da interno, informandomi nei vivai e su internet. Quello che ho riportato in questo post, è quello che funziona per le piante in casa mia, ad Amburgo (quindi con le condizioni specifiche di luce, temperatura, stagioni, ecc… del posto in cui vivo). Se è vero che in genere per le stesse piante valgono le stesse regole, e quindi questo è uno schema relativamente utile, se vivete in un posto molto diverso dal mio può essere che qualcosa nella cura delle piante debba essere adattato. Il mio consglio quindi è in generale di parlare con un addetto del vivaio quando comprate una pianta, per chiedere tutto quello che dovete sapere prendendo appunti (io lo faccio sul serio).
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