Tra pochi giorni dovremmo partire per un viaggio. Il primo vero viaggio come famiglia di 4 persone. Lo aspettavo da mesi, con un’eccitazione simile all’ossessione. Fino ad una decina di giorni fa. Ora non so se me la sento. Non trovo le forze per fare i bagagli. Ma nemmeno per pensarci a dire il vero. Sono paralizzata.
Continuo a pormi gli stessi interrogativi, senza trovare risposta.
Sarà il caso di mettersi in viaggio in questo momento?
E se scoppia la terza guerra mondiale (nucleare, nientemeno!) mentre siamo in un altro continente COSA DIAMINE FACCIAMO??
E se invece la situazione rimane così incerta, io so bene che passerei il tempo a controllare ossessivamente le notizie dell’ansa e i siti dei quotidiani, in preda all’ansia, invece di godermi il sole, il mare, la città, la libertà… rovinandomi la vacanza (problemi da primo mondo, me rendo perfettamente conto). Ha senso pagare un aereo e un hotel per stare appiccicata all’iphone in stato di panico, quando posso farlo comodamente gratis da casa mia?
Non mi chiedo se sia il caso di andare in vacanza mentre altri vengono bombardati perché questo è vero sempre, ogni giorno di ogni anno da che ho memoria: c’è sempre almeno una guerra nel mondo, ci sono profughi in ogni dove, ma tutti noi abbiamo sempre continuato ad andare in vacanza e a fare la nostra vita.
Mi dico che dovrei partire: se poi scoppia la guerra anche da noi, questo potrebbe essere il mio ultimo viaggio per chissà quanto, altro che pandemia! Forse è il caso di mettere insieme bei ricordi, ricordi di una vita normale e serena, finché si può.
Insomma oscillo tra il “cosa mi faccio a fare la ceretta che tanto stiamo per morire tutti” e il dirmi che non posso mica smettere di vivere per quella che è solo un’ipotesi… anzi il momento di godere di tutto ciò che si può è proprio ora, nel caso tutto questo stia per finire. Immagino sia evidente che il mio equilibrio sia andato a farsi benedire.
Intanto ho fatto donazioni. Ho acquistato cose il cui ricavato aiuterà. Si spera. Nei prossimi giorni porterò le cose che servono ad una raccolta per l’Ucraina nella scuola di piper-figlio1. Ho comprato cose su Etsy che non riceverò e ho prenotato Air bnb in Ucraina in cui non soggiornerò, ma sapere di aver cercato di aiutare qualcuno in modo diretto mi fa stare un pelo più tranquilla. Continuo a dormire poco e male, comunque, e mi sale spesso il panico perché molto presto in quella situazione potremmo esserci noi. Anche Kyiv fino a dieci giorni fa era una città in cui si andava al cinema, al ristorante, al centro commerciale, si prendevano autobus per andare a trovare amici, si passeggiava nel parco, si stava imbottigliati nel traffico. Oggi ho visto l’immagine di una strada bombardata e veicoli bruciati davanti all’insegna di Uniqlo di un centro commerciale. Questa cosa mi fa un’impressione tale che il mio cervello si rifiuta di accettarla. E’surreale.
Ho provato a distrarmi guardando trasmissioni tv leggere (il cantante mascherato per esempio, che di solito mi piace), uscendo a pranzo e a cena, facendo giri in centro… non funziona un gran che bene. Non so cos’altro fare oltre a preoccuparmi costantemente e stare appiccicata al cellulare ad aggiornare i siti di notizie letteralmente ogni 10 minuti (non è sano, lo so). Sto facendo davvero fatica a gestire questa situazione.
Se partiremo o meno probabilmente lo decideremo davvero al momento di salire sull’aereo. E comunque non riesco a trovare le forze di pensare alla valigia…
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