Quest’anno l’autunno è arrivato veramente tardissimo qui nella città libera e anseatica di Amburgo. Così tardi, in effetti, che siamo ad inizio ottobre e gli alberi iniziano a colorarsi ora! Non credo fosse mai successo prima. Dopo quest’infinita estate (bella eh, ma anche basta, grazie), l’arrivo della mia stagione preferita mi ha visto tuffarmi di testa con rincorsa verso tutte le cose autunnali che mi piace fare… mangiare certi cibi, leggere un certo tipo di letteratura, guardare e ascoltare un certo tipo di serie… Ecco allora le cose che mi sta piacendo fare in quest’ultimo periodo, ora che finalmente è autunno.
Cosa guardo
Innanzitutto, Only murders in the building (di cui avevo parlato qui), si conferma serie ideale per questo periodo. Un po’ da brivido e un po’ confortante e avvolgente: perfetta. Anche Anatomy of a scandal (di cui invece avevo parlato qui) mi sembra molto adatta a traghettarci verso il mood autunnale, non fosse altro che per il meraviglioso guardaroba autunnale di Sienna Miller e la fotografia molto cozy. La serie-regina (molto appropriato al momento, lo so) di tutte le serie autunnali, però, è senza dubbio Gilmore Girls (Una mamma per amica), che, ormai da ben oltre un decennio, all’arrivo dell’autunno amo ricominciare a guardare dalla prima puntata della prima stagione. So che siamo molte a farlo, quindi diamo il via al revival! Certo, da quando ho figli ho saltato alcuni anni e quelli in cui sono riuscita ad iniziare, mi sono poi arenata ad un certo punto per mancanza di tempo. Non credo che quest’anno andrà in modo diverso, ma anche solo il fatto di iniziare la prima stagione e sentire la sigla, mi catapulta immediatamente nel clima autunnale, quindi bene così. Tra l’altro, se volete sentirvi un po’ Rory, ecco qui una playlist con tutte le musiche di sottofondo della serie che ho scovato su Youtube (ne avevo parlato qui insieme ad altri dei miei piaceri autunnali). Io adoro suonarla mentre scrivo sul blog su nel mio studio in mansarda, con luci soffuse accese e una tazza di tè caldo… come in questo preciso momento (scrivo il blog ormai solo di sera tardi).
Non ho iniziato altre serie al momento, quindi su questo punto ci risentiamo alla prossima puntata di Live from Here. Però nei prossimi fine settimana ho in programma di riguardare almeno alcuni tra i miei film autunnali preferiti.
Cosa ascolto
Podcast di news. Dopo un po’ di prove varie, credo di aver trovato il mix ideale di brevi podcast di notizie e attualità che mi occupano quasi lo spazio esatto del tragitto in macchina che mi serve per arrivare in ufficio la mattina (una mezz’ora circa). Ecco la mia “playlist” perfetta per i miei podcast mattutini.
- The Essential: podcast di attualità di Will in cui la bravissima Mia Ceran riassume ogni mattina le due notizie principali della giornata in cinque minuti. Il tempo limitato non limita però in alcun modo l’esaustività, la chiarezza e la profondità delle notizie, che vengono spiegate in modo approfondito e al contempo molto semplice e comprensibile. Davvero un ottimo lavoro.
- Stories: in questo podcast, la cui durata generalmente non supera la decina di minuti, la meravigliosa giornalista Cecilia Sala – fresca vincitrice del prestigioso premio “Penna d’oro” conferitole dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – racconta una storia interessante al giorno, ogni sera, spesso legata all’attualità ma non per forza agli eventi più prominenti. In gran parte sì, va detto, per ovvie ragioni il punto di partenza sono spesso le notizie principali, però a volte va anche a pescare episodi interessanti ma più di nicchia, che rischierebbero di passare sotto il radar dei media principali. In entrambi i casi, sia che si tratti delle notizie più importanti o di episodi più ricercati, ammiro della giornalista Sala la capacità di scavare a fondo, di vedere i collegamenti, di avere una visione mondiale, ma anche molto informata sulle situazioni più locali. Una reporter che letteralmente va sul campo, vede le cose con i propri occhi, raramente si ferma davanti a qualcosa e sembra non avere paura di nulla. La ammiro tantissimo.
- BBC Minute: un podcast brevissimo, di appena 60 secondi, in cui vengono quasi solo nominate le notizie della giornata. Mi piace perché dà una visione globale su cosa accade nel mondo, per capire poi cosa è il caso di andarsi ad approfondire. E poi adoro quell’accento British dei conduttori! (Va detto che questo podcast viene aggiornato ogni mezz’ora con notizie sempre fresche, ma io in genere lo ascolto solo la mattina in macchina)
- CNN 5 Things: questo è forse il più lungo dei podcast di news che ascolto la mattina e infatti in questo caso le notizie principali di cui si parla sono cinque. Anche qui apprezzo il respiro internazionale e globale del taglio dato alla scelta dei temi. Inoltre l’accento americano è di più facile comprensione, soprattutto se si è soliti consumare film e serie in lingua originale.
L’ideale sarebbe che esistesse su Spotify una funzione che permettesse di far partire ogni mattina gli stessi podcast sempre nello stesso ordine, ma purtroppo la funzione “playlist” esiste solo per i singoli brani, mentre sembra non esistere in automatico per le puntate nuove dei podcast. O almeno io non l’ho trovata, ma se ne sapete più di me, vi prego di illuminarmi. La soluzione che ho trovato io è questa: ho creato una playlist chiamata “News” in cui ogni mattina aggiungo le puntate nuove di quel giorno (o, nel caso di Stories, della sera prima) dei podcast che mi interessano – in questo modo tra l’altro li scarico prima di uscire, quindi non uso i dati durante il tragitto. Quando parto in macchina, faccio partire l’episodio di The Essential e al termine, come in una playlist, partono in successione tutti gli altri episodi che quella mattina ho scaricato e aggiunto alla playlist. Poi la sera (o durante la giornata, quando mi ricordo) cancello dalla playlist “News” gli episodi ascoltati quel giorno, in modo che la mattina dopo possa aggiungere quelli nuovi. E’ un po’ macchinoso, quindi se avete un suggerimento migliore, sparate.
Cosa leggo
- Ho iniziato a leggere questo, che avevo in attesa da diversi mesi. Mi è sembrato il momento ideale, visto quello che sta succedendo in Iran… ma anche nel resto del mondo, Italia compresa. Non essendo il libro né breve né esattamente un thriller volta-pagine, non credo sarà una lettura particolarmente rapida, quindi non ho idea di quando farò una recensione (anche perché ho 7 altre recensioni di libri letti negli ultimi mesi in attesa di essere finite e pubblicate). Però se l’avete letto e volete dare il vostro parere nei commenti o avete curiosità e domande, fatevi avanti!
- Avendo rinnovato il mio abbonamento al New Yorker Magazine (di cui avevo parlato qui), mi sto godendo non solo le copertine splendide, ma soprattutto tra gli articoli migliori in circolazione, secondo me. Di recente ne ho letto uno splendido su quanto di chi eravamo nell’infanzia sia ancora con noi e su quali fattori ci fanno evolvere come… ripensando ai noi bambini, ci sentiamo ancora simili, o totalmente diversi? Chi siamo davvero? Delle domande super affascinanti, che secondo me l’articolo esplora in modo molto interessante. Lo trovate anche online qui.
- Qui invece, tra un articolo e l’altro su case da sogno sul sito della rivista d’interni AD, mi sono imbattuta nel video sulla casa parigina di Alexandre de Betak (il più grande organizzatore di sfilate ed eventi della moda in circolazione) e sua moglie, la stilista “Chufy”. Io ne avevo già visto diversi scorci negli ultimi anni perché seguo lei su instagram, quindi è stato molto interessante per me vederne un video completo. Potete trovarlo anche sul sito di AD Italia.
Cosa mangio
Non sentitevi male per l’originalità, ma al momento sto mangiando più funghi e zucche del solito (qui le mie ricette autunnali). I funghi, va detto, si trovano al supermercato tutto l’anno e infatti non smetto mai di mangiarli perché li adoro – in autunno, comunque, sono infinitamente meglio e me li gusto anche di più. La zucca invece non si trova sempre – almeno non nei negozi che frequento io abitualmente – quindi sto facendo il pieno finché è stagione. In particolare ho tagliato e conservato questa pagina del quotidiano Die Welt di qualche settimana fa e ho intenzione di provare tutte e quattro le ricette qui consigliate. Vi metto qui la pagina e subito sotto anche le singole ricette (basta cliccare sulle singole foto per ingrandirle), nel caso possa interessare. (Se invece avete bisogno di traduzione, fatemi sapere che vedo cosa posso fare in uno dei prossimi post)
Cosa faccio
- Shopping. Beh, poco per la verità. Il mio acquisto sostanzialmente è stato uno, ma lo desideravo da un sacco di tempo. Le Birkenstock “Boston” col pelo! Ci ho rimuginato letteralmente per anni. Le ho sempre trovate super comode e confortevoli, ma al contempo abbastanza belle per uscirci ed essere viste in pubblico. Il mio problema principale era il non capire assolutamente quando mettere e come usare delle scarpe foderate di pelo ma al contempo aperte e comunque scamosciate quindi non adatte alla pioggia. Quanto caldo/freddo deve fare per voler avere la parte davanti del piede foderata di pelliccia, ma il tallone esposto al freddo? E quante probabilità ci sono che questo esatto equilibrio di temperature (se esiste), si verifichi in un giorno senza pioggia? Ero fortemente perplessa e – visto il prezzo allucinante – non mi ero mai azzardata prima a prendere in seria considerazione l’idea di comprarle. Lo scorso weekend, in un impeto wildiano di “posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni”, ho ceduto – complice un giro all’outlet in cui le ho trovate uniche nel mio numero e a metà prezzo. Vorrei tranquillizzarvi sul fatto che sono stati soldi ben spesi – come sempre quando si tratta di Birkenstock, per quanto mi riguarda (ma potrei essere influenzata dal fatto di avere la cittadinanza tedesca, chissà). Sono super comode. Tengono caldo sì, ma il giusto visto che appunto sono aperte. In effetti questa combinazione fa in modo che il piede resti al caldo senza sudare, geniale. Io le ho messe un giorno in cui c’erano sui 7°/10°C (di mattina) e si stava benissimo. L’unica accortezza è appunto di non usarle quando piove, cosa che ad Amburgo non si può mai sapere quando accadrà, ma che posso dire? Mi piace vivere pericolosamente…
- Valuto l’acquisto di questa cosa inutile e meravigliosa che sono le “miniature book nook”. Ormai sappiamo che l’algoritmo di instagram mi conosce meglio di mia madre, mio marito e anche di me stessa. Nella prossima vita probabilmente lo sposerò. Il bisogno che mi ha creato a questo giro è l’apoteosi dell’inutilità adorabile. Si tratta di piccole miniature di mondi fantastici (per lo più piccoli scorci di strade giapponesi con ponticelli e fiori di sakura tipo questa, ma per esempio c’è anche Diagon Alley) fatte credo di cartoncino o di compensato sottile, della grandezza di un libro, che vanno appunto infilate nella libreria come elemento decorativo. Scorrendo tra gli scaffali, in questo modo, ad un certo punto è come se tra i libri si aprisse una finestra su un mondo parallelo e fantastico. Sono strabiliata dalla cura del dettaglio e anche dall’originalità dell’idea (almeno io non avevo mai visto nulla del genere). Se ne trovano di diverse per esempio su Etsy, Ebay e anche su Amazon, io sto valutando queste…
- Un’altra cosa che ho fatto ultimamente è stata scioccarmi per lo stato delle classi della scuola elementare di piper-figlio1. Quest’anno, a differenza degli anni scorsi, i genitori il primo giorno di scuola hanno potuto accompagnare i bambini fino in classe (e con ciò pare si sia conclusa definitivamente l’era covid). Arrivata in classe, ho notato una specie di stanzina adiacente con la parete di vetro… è la stanza dei computer e… tutte le classi ne hanno una! Ma non è tutto: di recente c’è stata la serata genitori-insegnanti, che per la prima volta si è tenuta all’interno della classe, con i genitori seduti ognuno al banco del proprio figlio (a differenza degli anni scorsi, quando si teneva in palestra con dieci metri di distanza tra una sedia e l’altra e tutti dovevano gridare). L’ordine del giorno dei temi da discutere era sulla lavagna… ed è lì che mi sono resa conto che la lavagna è in realtà un enorme schermo touch! E’ tipo un ipad gigante che le maestre dirigono semplicemente toccandolo col dito. Cioè, io sono sconvolta. Io ero rimasta alla lavagna nera e al gessetto bianco. Ok è vero, io sono andata alle elementari ormai 30-35 anni fa (ah signora mia, ai miei tempi!), ma tutta questa modernità mi destabilizza. Ma anche in Italia siamo così avanti?? (Vorrei precisare che mio figlio va alla scuola statale del quartiere, eh) Mentre rimuginavo sul fatto che mio figlio non mi racconta davvero nulla, per aver omesso un dettaglio di questa portata, mi sono resa conto che per lui non è nulla di ché: è la sua normalità, non conosce altro… lui la lavagna nera col gessetto bianco non l’ha mai vista! Scusate, vado a bermi uno shot di vodka per rirendermi.
E questo è tutto. Voi che fate?
Buon fine settimana a tutti!
2 Comments
Anche il mio Instagram mi ha proposto le miniature… e io ho ceduto! ho regalato quella giapponese al mio compagno e non vedo l’ora si decida a montarla!
No va beh meraviglioso!! Poi dimmi com’è andata! Anzi mandami una foto!